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Storia della mia vita 23


di Moltoesigente1
16.04.2024    |    664    |    2 9.4
"Tu vuoi che anche il mio cervello sia tuo schiavo……..."
Continuazione da STORIA DELLA MIA VITA 22

CAPITOLO 23 - LE FERREE LEGGI DELLA NUOVA PADRONA

Fin da quando Ramona e Ingrid avevano finito di fare sesso io mi ero rimesso viso a terra, prostrato come mi era stato ordinato.

Avevo bagnato la moquette sotto di me con il liquido un po’ vischioso che mi usciva dall’orifizio del glande quando ero molto eccitato e che mi era colato dal membro eretto mentre assistevo allo spettacolo.

Ingrid cambiò il letto e risistemò l’interno del camper. Poi staccò la catena collegata al mio collare e la tenne in mano come un guinzaglio. Mi ordinò di alzarmi e di fare qualche passo.

Feci una gran fatica, perché ero tutto anchilosato a causa del lungo tempo in cui ero dovuto rimanere incatenato e prostrato nella stessa posizione. Mi permise di muovermi un po’, anche se continuavo ad avere i polsi e le caviglie incatenate.

Poi si sedette sul divano e mi ordinò di inginocchiarmi davanti a lei. Mi fece sentire dove voleva mi mettessi, tirando leggermente il guinzaglio. Lo fece lievemente, secondo quel suo affascinante modo di essere in cui la brutalità e la grossolanità erano completamente assenti, in favore di una ben più raffinata dominazione cerebrale. Non c’era bisogno di tirare la catena con violenza per farmi capire che stava esercitando il suo dominio assoluto sul mio corpo e il mio cervello: era sufficiente una leggera pressione…. E io avevo recepito subito quale era la sua volontà.

Ora ero inginocchiato ai suoi piedi, le mani congiunte e le dita incrociate, il capo chino, le catene che mi chiudevano nei movimenti, la catena al collo a mo’ di guinzaglio nella mano destra di Ingrid. Cominciò a parlarmi con calma e con voce bassa.

“Hai sentito i termini dell’accordo su di te?” Annuii con un cenno del capo.

“Bene. Hai capito che Ramona non è più la tua padrona e neppure Manola o Eleonora?” Annuii di nuovo.

“Sei consapevole che ora hai una sola padrona a cui obbedire ciecamente e di cui sei proprietà esclusiva?”

“Si, signora Ingrid. Ho capito che tu ora sei la mia padrona.”

“Bene. Sai cosa significa essere mio schiavo?” Fece una pausa e scandì le parole: “Significa che non mi basterà essere la padrona assoluta del tuo corpo. Il mio schiavo deve essere mia proprietà anche nel cervello…..”

Respirai profondamente. “Si, padrona…. L’avevo capito.”

Rimase un po’ sorpresa e tacque per qualche istante. “E da cosa l’avevi capito?” Chiese poi.

“Tu… tu sei molto diversa dalle altre…. sei molto più cerebrale….. e, per questo, anche estremamente più esigente…..” Feci una lunga pausa. “Io capisco ciò che vuoi e cosa ti aspetti dallo schiavo che stai mettendo alla prova…… ma ho paura di non essere all’altezza…. E di non riuscire ad essere come vuoi tu.”

Rimanemmo in silenzio per un tempo interminabile.

“Sai perché ho voluto impossessarmi di te e ridurti in schiavitù?” Parlava lentamente e a voce bassa. “Un motivo, sicuramente, è l’eccitazione sessuale che mi provochi costantemente anche solo guardandoti e che non ho mai provato prima per nessuno…… ma non è la ragione principale……”

Fece un’altra pausa. “Ciò che mi attrae di più in te è il fatto che sei un ragazzo decisamente molto intelligente…... E avere uno schiavo intelligente mi piace da morire.”

Dopo un po’ di tempo, riprese:
“Ora ti spiegherò cosa dovrai fare come mio schiavo.”

Mi apprestai ad ascoltare con molta attenzione, perché da quel momento in poi la mia vita sarebbe stata dettata dall’obbedienza alle regole che la padrona stava per comunicarmi in quell’istante.

“Vivrai con me e il tuo ruolo sarà quello di servirmi sempre in tutto. Di volta in volta ti darò gli ordini su ciò che dovrai fare nel dettaglio, ma alcune cose che imparerai dovrai farle anche senza un mio comando specifico. Dovrai essere estremamente discreto con tutti quelli con cui verrai a contatto, perché non mi piace assolutamente che si vengano a sapere in giro le cose che mi riguardano.”

Si fermò. E io annuii sussurrando:
“Si padrona, sarò il tuo umilissimo servitore e nessuno verrà mai a conoscenza attraverso di me di qualcosa su di te.”

“Bene. Come hai intuito, anche se ti ho comprato da Ramona, non è per niente ovvio che io ti tenga. Ti metterò alla prova e valuterò dalla tua condotta e soprattutto dai tuoi atteggiamenti se veramente sei adeguato per essere mio schiavo.”

I miei timori riaffiorarono di nuovo.
“Padrona…. Io ti prometto con tutto me stesso che farò anche l’impossibile per comprendere sempre i tuoi voleri….. non solo per gli ordini espliciti che mi darai, ma anche per quello che non mi dirai….. e che io dovrò capire dai tuoi silenzi…. ma so già che sbaglierò, soprattutto all’inizio…… e questo mi riempie di ansia, perché se tu rimarrai insoddisfatta di me…..”

“Naturalmente, ci vorrà tempo per imparare a conoscermi e per capire ciò che voglio senza che ne parli. Non tanto con riferimento ad attività concrete da svolgere, quanto, piuttosto, a comportamenti e atteggiamenti da tenere in base al mio umore, che spesso non mostro all’esterno. Ma che tu dovrai intuire anche da piccolissimi segni, comportandoti nel modo che in quel momento mi fa piacere e che non è lo stesso tutte le volte. Per questo intendo concederti tempo per apprendere, ma sono sicura che con la tua intelligenza farai in fretta ad imparare.”

“Io… farò di tutto, padrona…. Ma tu stessa hai ribadito che non ti basta la semplice ubbidienza ai tuoi ordini…. tu vuoi che anche il mio cervello sia tuo schiavo……. ma per essere come tu mi vuoi dovrò studiarti con tanta, tanta attenzione, facendo sicuramente tanti errori, perché sei una donna molto riservata e silenziosa e riuscire a capire le tue volontà è davvero molto difficile.”

“La cosa fondamentale che dovrai capire è che per me non saranno importanti gli errori, ma il tuo atteggiamento interiore: dovrò scoprire quanto realmente, al di là delle parole, vuoi davvero essere mio schiavo nell’intimo e se sei disposto ad esserlo quanto io pretendo.”

Fece nuovamente una pausa.

“Se avrò la certezza che la tua scelta è veramente quella di essere anche mentalmente mio schiavo, al punto da avere come unico scopo quello di ubbidire sempre ai miei voleri, senza curarti di quanto ti potrebbe costare, allora ti farò davvero totalmente mio.”

Era davvero una cosa molto diversa rispetto a Ramona. Ingrid si manifestava donna tremendamente raffinata anche in queste cose: la mia sudditanza doveva essere completa sul piano mentale, senza il minimo tentennamento o la minima incertezza. Le dimostrazioni concrete di sottomissione erano certamente importanti, ma non avevano la stessa valenza di quelle cerebrali.

“Ti aiuterò, comunque, a trovare la via giusta per avvicinarti al traguardo….. Ho una piccola stanza attrezzata in casa, dove c’è anche un anello attaccato al soffitto. Periodicamente ti appenderò nudo a quell’anello e ti frusterò. All’inizio lo farò molto spesso. Ogni giorno e anche più di una volta. Servirà per cancellare in modo completo ogni minimo pensiero di opposizione alla tua condizione di schiavo. Sarà un modo per aiutarti a raggiungere il livello che voglio. Il dolore e il bruciore che proverai costantemente e il sapere che sarai frustato ancora ti renderà consapevole della tua condizione.
Continuerò a frustrarti molto frequentemente finché la tua mente sarà talmente sottomessa da non poter mai più neppure immaginare il più piccolo moto di insubordinazione.”

Ripensai al dolore per le frustate di Ramona e le difficoltà a sedermi o anche solo a infilarmi le mutandine per qualche tempo dopo una punizione. Sospirai profondamente con gli occhi chiusi e l’espressione sofferente all’idea di ciò che mi attendeva.

Con tono umile dissi:
“Ma se mi frusterai anche solo per rendermi tuo schiavo fino nell’intimo, cosa farai quando vorrai punirmi?”

“Le punizioni saranno una cosa diversa. Se la tua mancanza sarà tale da meritare di essere frustato, userò lo scudiscio, che fa un pochino più male.”

Poi ripeté: “Sei d’accordo? La frusta, usata molto spesso, per renderti schiavo anche di mente e lo scudiscio quando dovrai essere punito. Giusto?”

“S.. si… si, padrona…. è giusto…. La frusta per non dimenticarmi che…. sei padrona anche dei miei pensieri e…. lo scudiscio, che fa più male, per le punizioni….. come vuoi tu.” Ripetei tremante.

Ero rimasto nella stessa posizione per tutto il tempo: inginocchiato, con il capo chino, con le mani giunte e incatenato mani e piedi.

Ingrid passò il guinzaglio dalla destra alla sinistra e allungando il braccio infilò le dita fra i miei capelli, accarezzandomi dolcemente la testa.

Era la terza volta che lo faceva. Mi sentii rimescolare dentro ancora più del giorno prima: mi sentivo percorrere da qualcosa di strano che mi avrebbe spinto a fare qualunque cosa per lei in quel momento. Chiusi gli occhi ed entrai in uno stato di estasi mentre continuava ad accarezzarmi.

Lo sapeva. Si era già accorta da tempo dell’effetto che le sue carezze facevano su di me, soprattutto dopo avermi fatto soffrire.

Intuii quello che sarebbe stato il mio destino d’ora in poi. Ingrid mi avrebbe inflitto dolore e sofferenze, sia di corpo che di mente, anche tanto, facendomi precipitare sempre più profondamente nell’abisso di una schiavitù senza ritorno.

Poi, subito dopo, mi avrebbe regalato il paradiso delle sue carezze, della sua dolcezza e chissà…. con il tempo, forse qualcosa di più.

Seguirà: CAPITOLO 24 - LA MIA NUOVA CASA E I MIEI NUOVI COMPITI

Titolo: STORIA DELLA MIA VITA 24


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